“· STORIA
Agli inizi del primo millennio a.c. un Popolo Italico di lingua Osca, strettamente affine ai Sanniti, si insediò nel territorio
costiero dell’ Adriatico centrale compreso tra i fiumi Sangro e Biferno. In seguito i confini meridionali di questo territorio
furono segnati dal fiume Fortore. Fu in quest’ area che si affermò il popolo dei FRENTANI, e la regione assunse la
denominazione FRENTANA. Questo territorio era attraversato da una fondamentale via di comunicazione verso l’ Apulia :
la VIA FRENTANA. I principali centri abitati dislocati presso questa via erano Larinum (LARINO), Epineion (ORTONA),
Anxanum (LANCIANO), Histonium (VASTO), Interamna Frentanorum (TERMOLI), Arx Calela (CASACALENDA). Ai tempi di
Roma il tracciato della via Frentana servì come base per la realizzazione della VIA LITORANEA, strada consolare che da
Rimini percorreva la costa adriatica centrale. Roma era collegata a questa importante arteria stradale tramite la VIA
TIBURTINA – VALERIA – CLAUDIA. La Via Litoranea dopo aver attraversato il territorio dei Frentani si dirigeva verso l’
APULIA dove confluiva nella VIA TRAIANA. La TABULA PEUTINGERIANA ci indica che la Via Litoranea lambiva la collina
dove sorgeva SERRACAPRIOLA ed attraversava il Fortore per giungere a TEANUM APULUM, situata sulle colline che
sovrastano la riva destra del fiume. Da questa città proseguiva poi per ERGITIUM ( generalmente identificata con la
località Brancia, nei pressi dell’attuale fermata di San Marco in Lamis delle Ferrovie del Gargano ), e SIPONTUM; mentre
altre strade si dirigevano da Teanum verso Lucera, Arpi e altri antichi abitati della Daunia. Da Ergitium si poteva
raggiungere il Gargano attraverso due strade :
· La prima seguiva un antico sentiero che tagliava trasversalmente i rilievi meridionali del promontorio sino a
raggiungere Mattinata. A partire dall’ alto medioevo questo sarà uno dei tragitti più battuti per giungere a Monte
Sant’Angelo.
· La seconda imboccava la valle di Stignano risalendo fino a San Marco in Lamis, cittadina sorta vicino l’ Abbazia
Benedettina di San Giovanni de Lama ( oggi Convento di San Matteo ). Dopo aver valicato il Monte Celano si
dirigeva a San Giovanni Rotondo e da qui, attraverso il Casale di Sant’ Egidio, il Vallone della Fratta e la Valle
Carbonara, raggiungeva una ripida mulattiera che si inerpicava verso il Santuario dell’ Arcangelo Michele.
La VIA TRAIANA era una variante della VIA APPIA e collegava Beneventum (BENEVENTO) a Brundisium (BRINDISI)
attraverso Aecae (TROIA), Herdonia (ORDONA), Canusium (CANOSA DI PUGLIA), Rubi (RUVO DI PUGLIA), Butuntum
(BITONTO). In epoca Longobarda la Via Traiana era parte della VIA FRANCIGENA che univa numerosi centri religiosi
Longobardi ed in particolare era percorsa dai pellegrini diretti a MONTE SANT’ ANGELO, presso il santuario di San Michele
Arcangelo. All’ epoca delle CROCIATE la via fu percorsa sia da eserciti che da fedeli in viaggio verso la TERRA SANTA.
Durante il MEDIOEVO era parte integrante del sistema delle grandi vie di pellegrinaggio tanto che i CAVALIERI TEMPLARI
e GEROSOLIMITANI lungo il suo percorso edificarono alberghi ed ospizi per i viandanti.
Sono numerosi i racconti di viaggio lasciati dai pellegrini che pervenivano al Santuario dell’ Arcangelo Michele transitando
per la VIA LITORANEA. La più antica narrazione pervenutaci sembra essere quella di Frà Mariano da Siena che il 21 luglio
1431, di ritorno dalla Terra Santa, giunge a Monte Sant’ Angelo :
Associato ad A.I.G.A.E.
“A dì vinti, ci rinfreschamo a Barletta et è una bella città e cittadinesca; e poy cie ne venimo a Manfredonia et vedemo
la champana di Manfredonia et è per cierto una grande chosa: sarebbe incredibile a dire la sua grandezza. Sono da
Trani trenta sey miglia. A dì vintiuno fumo a Sancto Michele di Puglia (Monte Sant’ Angelo, n.d.r.). Sagliesi una
montagna cinque miglia et è una via ripidixima, facta per forza della montagna et parte n’è facta a schaloni et non si
può troppo ben chavalcare. In su’ la tersa fumo a Sancto Michele Angniolo: veramente è uno luogho di troppa
devotione et è un grosso chastello et sono tucti richi. Dicevomi Messa. Sono da Manfredonia a qui sey miglia. Riposamoci
un pocho et poy venimo a Sancto Johanny (San Giovanni Rotondo, n.d.r.). Sono dodici miglia da Sancto Angniolo. A dì
vintidue fumo a Sancto Severino (San Severo, n.d.r.): è uno grosso chastello et bello et richo. Sono vinti miglia. A dì
23 fumo a rinfrescarci alla Serra della Chapriuola (Serracapriola, n.d.r.) et qui pigliamo una guida per questo dì
perché si truova grandiximi peri//coli e a grandi pericholi siamo venuti poy che smontamo in terra pe’ malandrini e
ladronciegli et passi scuriximi. La sera fumo a Termine (Termoli, n.d.r.) . Sono trenta miglia, A dì vintiquattro
fumo al Guasto (Vasto, n.d.r.)…”.
· PERCORSO
1) Da SERRACAPRIOLA ad APRICENA ( km.28,00 )
Il percorso inizia a Serracapriola, ridente cittadina dell’ Alto Tavoliere che vanta un Castello ed un Borgo Antico di
impianto medioevale oltre che il più antico ( anno 1536 ) Convento della Provincia Francescana di Sant’ Angelo ( in questo
Convento, nel 1907, dimorò San Pio da Pietrelcina ). Attraverso il territorio di Serracapriola si raggiunge la località
Madonna del Ponte ( agro di San Paolo di Civitate ) che insiste sul tracciato del Tratturo Regio L’ Aquila – Foggia
( altrimenti denominato “Tratturo del Re” o “ Tratturo Magno “, in quanto vanta il primato di essere il più lungo tratturo,
244 km circa ). In questa località, data la posizione strategica come luogo di sosta a ridosso del fiume Fortore, i pastori si
sottoponevano al controllo dell’ avvenuto pagamento della “Gabella” ; pagamento che fino al 1467 veniva effettuato
presso la Dogana di Serracapriola. Proseguendo lungo il tratturo si attraversa il sito Bizantino di Civitate ( edificato ad
opera del Catapano Basilio Bojohannes ) e Piani di Lauria ( sito già abitato nel Neolitico antico ). Il nostro percorso si snoda
lungo dolci colline fino a raggiungere Apricena.
2) Da APRICENA al SANTUARIO MARIA SS di STIGNANO ( km.31,00 )
La cittadina di Apricena conosce il suo periodo di maggior splendore sotto la dominazione Sveva. L’ Imperatore Federico II
dimorò per lunghi periodi in questa città. A lui si deve la ristrutturazione e l’ampliamento del preesistente castello, quello
che oggi viene chiamato Palazzo Baronale. Attraverso la località Ingarano il cammino ci conduce presso l’ antico
insediamento di Castelsaraceno, meglio conosciuto con il nome di Castel Pagano. Il sito è ubicato alla sommità di un
crinale (545 m.s.l.m.) che domina il sottostante Tavoliere delle Puglie ed è a guardia delle sottostanti vie di accesso al
Gargano Mistico ( la Via Sacra Longobardorum, proveniente da Benevento, e la confluente Via Francesca,proveniente
dalla litoranea Adriatica ). La fama di Castel Pagano è legata al periodo della dominazione Sveva, quando nel 1223 l’
Imperatore Federico II ripopolò il sito con l’ immissione di Saraceni provenienti dalla Sicilia ottimizzando l’ organizzazione
sociale e produttiva degli stessi con l’ ubicazione strategica della Rocca. Da qui si riprende il cammino e si raggiunge l’
Oasi del Convento di Stignano. Questo Santuario, di fatto, costituisce la porta settentrionale del Gargano mistico. Da
questo luogo
la Via Sacra Longobardorum entra nel vivo con una tappa densa di altissima spiritualità Mariana e Francescana. Stignano
è il luogo da cui il pellegrino incomincia il suo vero cammino penitenziale fatto di sofferenza, ma anche di intensa gioia.
3) Dal SANTUARIO MARIA SS di STIGNANO a SAN GIOVANNI ROTONDO ( km.23,00 )
Si narra che nel 1216 San Francesco d’Assisi nel suo pellegrinaggio verso la Grotta dell’ Arcangelo Michele sia passato per
la valle di Stignano e che sia rimasto estasiato per l’amenità del luogo, per la sua luce, per la maestosità delle montagne
verdi e severe, per la feracità del suolo, il profumo dell’aria, i colori dei fiori. Dopo Stignano si raggiunge l’ altro
importante Convento Francescano di San Matteo ( uno dei più antichi e rinomati santuari del Gargano ) che fu fondato
dai Benedettini col nome di San Giovanni de Lama. L’ edificazione sulle pendici del Monte Celano rispondeva all’ esigenza
di accudire i pellegrini che dalla fine del sec. V incessantemente giungevano sul Gargano per dirigersi alla Grotta
dell’Arcangelo Michele. Attraverso il Bosco della Difesa e dopo aver valicato il Monte Celano si giunge a San Giovanni
Rotondo, cittadina resa famosa in tutto il mondo grazie alla figura di Padre Pio da Pietrelcina, il frate che con la sua fede
ed il suo esempio ha costituito un punto fermo nella storia religiosa e civile del Gargano.
4) Da SAN GIOVANNI ROTONDO a MONTE SANT’ ANGELO ( km.28,00 )
San Giovanni Rotondo fu fondata nel 1095 sulle preesistenti rovine di un villaggio del IV secolo a.C.; in questo borgo era
presente un battistero di forma circolare destinato al culto del Dio Giano ( IANUM ) e che in seguito fu consacrato a San
Giovanni Battista. Il paese è noto in tutto il mondo dato che ospita il complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie e
l’ ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, luoghi in cui si avverte ancora la presenza di San Pio da Pietrelcina. Da San
Giovanni Rotondo si riprende il cammino per valicare Monte Calvo ( la vetta del Gargano ) e Monte Calvello. Su queste
alture si potrà apprezzare il caratteristico fenomeno carsico del promontorio : le Doline. Il nostro cammino prosegue in un
magnifico bosco e dopo aver attraversato la Piscina Principessa ci inoltreremo lungo il Pantano di Sant’ Egidio e Valle
della Fratta ( porzione dell’ antica Via Francigena del Sud ). Dopo aver affrontato l’ ultima salita su un dolce declivio
arriveremo a Monte Sant’ Angelo, cittadina meta di antichi e recenti pellegrinaggi alla Grotta dell’ Arcangelo Michele.
5) Da MONTE SANT’ ANGELO a VIESTE ( km.35,00 )
Monte Sant’ Angelo è celebre per il Santuario di San Michele Arcangelo, meta sin dal V secolo di pellegrinaggi. La storia
del culto di S. Michele sul Gargano è stata a noi tramandata dal Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano,
chiamato per brevità Apparitio, redatto tra la fine del sec. VIII e gli inizi del IX. In esso si parla della consacrazione della
basilica fatta personalmente dall’ Arcangelo; si parla anche delle guarigioni operate da S. Michele per mezzo dell’acqua, la
Stilla, che veniva raccolta dallo stillicidio della roccia. Da Monte Sant’ Angelo percorreremo il cammino dei Pellegrini di
San Michele, interessante percorso dalla doppia valenza : naturalistica e religiosa. Attraverso Valle Carbonara, Piano
Canale, Coppa La Monaca, Sferracavallo, Coppa Fusillo, Foresta Umbra ed il bosco di Vieste si snoda l’ antico tratturo
che per secoli è stato utilizzato dai Pellegrini Micaelici e dai pastori. I primi lo utilizzavano per recarsi a Monte Sant’ Angelo
per onorare San Michele ( 8 maggio e 29 settembre ), i secondi per raggiungere le periodiche fiere di bestiame. La storia
del ripristino di questo antico sentiero merita di essere raccontata : “ Nel dicembre del 1994 a Vieste, alla presenza di
Grazia Francescato, si tenne una tavola rotonda sul Parco Nazionale del Gargano. Al termine della manifestazione i Soci
della locale sezione WWF decisero di fare una passeggiata nella Foresta Umbra e, tra una chiacchiera e l’ altra, venne
raggiunta la zona dell’ antico percorso che i Pellegrini Micaelici di Vieste utilizzavano per raggiungere Monte Sant’ Angelo.
Grazia Francescato, incuriosita dal fatto, cominciò a chiedere notizie più approfondite ed alla fine del racconto disse : “
Perché voi della Sezione WWF di Vieste non ripristinate questo antico pellegrinaggio di fede Micaelica, tra i secolari boschi
del Gargano ? “ L’ idea fu subito accolta con molto entusiasmo e grazie all’ attivismo di molti Soci del WWF, tra i quali i
miei cari amici Franco Ruggieri, Salvatore Laprocina, Raffaele Guerra ed Antonio Cirillo, la notte del 29 settembre 1995,
dopo trent’ anni di silenzio, s’ udirono nuovamente i tre colpi battuti sulla porta della Cattredale di Vieste, segno
inequivocabile dell’ inizio del pellegrinaggio. L’ evento vide anche la partecipazione della stessa Grazia Francescato, la
quale lo immortalò egregiamente nel suo libro “ In viaggio con l’Arcangelo “.
BUONA STRADA !
INFO E PRENOTAZIONI : pietrocaforio@alice.it”